La compagnia fiamminga protagonista anche con “Zvizdal” su Chernobil
Roma, 14 set. (askanews) – Dopo l’opening week diffusa del tra il Teatro Costanzi, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e l’Auditorium Conciliazione, la trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival continua la sua terza settimana al Mattatoio, cuore pulsante del festival grazie alla collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo. Sabato 21 e domenica 22 settembre sarà la compagnia fiamminga Berlin tra le più interessanti della scena internazionale contemporanea, attualmente alla guida di NTGent dopo Milo Rau, la protagonista del terzo fine settimana di spettacoli del Ref2024, con due creazioni.
“The making of Berlin”, in prima nazionale, (21.09, h.19; 22.09 h.15 e 19) somma dei linguaggi e delle estetiche che caratterizzano i lavori del collettivo, ricostruisce la storia di Friedrich Mohr direttore di scena della Berliner Philharmoniker, e del suo sogno di eseguire per l’ultima volta alla fine della guerra, la Marcia funebre di Sigfrido dalla “Götterdämmerung” di Wagner. Una storia non conclusa, troncata del suo finale, che il gruppo fiammingo decide di completare con l’aiuto dell’Orchestra dell’Opera e del Balletto Fiammingo, della stazione radiofonica Klara e dell’attore tedesco Martin Wuttke, noto al grande pubblico per “Inglourious Basterds” di Tarantino. Tra lo studio di reperti d’epoca, reenactment, ricostruzioni musicali e filmiche, la storia di quest’uomo “non coraggioso” – che non si oppose quando i suoi colleghi musicisti e amici ebrei furono espulsi dall’orchestra – è riportata in scena. Eppure, il progetto di ricostruzione si ingarbuglia in eventi inaspettati, realtà e finzione collidono, e la storia documentata di Mohr appare piena di inesattezze e tentativi di riparare l’irreparabile.
Il secondo spettacolo è “Zvizdal” – Chernobil So Far So Close, (21.09, h.21.30; 22.09 h.17.30 e 21.30) che ripercorre la storia di una coppia di anziani nella città contaminata dopo il fallimento di un esperimento atomico il cui impatto devastante provocò un drastico cambiamento nella vita degli abitanti del luogo che lasciarono le loro case per non farvi più ritorno. Tutti, tranne Pétro e Nadia, una coppia di coniugi sessantenni nati e cresciuti a Zvizdal. Berlin ha seguito questa coppia dal 2011 al 2016 costruendo il ritratto cinematografico di una città fantasma e delle due persone che la abitano. “Zvizdal” è una storia di solitudine, sopravvivenza, povertà ma anche di speranza e di amore tra due anziani ottantenni circondati da luoghi pietrificati e invasi dalla natura e dalle radiazioni incolori e inodori che pervadono ogni luogo.