“La comunicazione è troppo spesso confusionaria e contraddittoria”
Milano, 12 set. (askanews) – “Il settore vive un momento difficile perché si è interrotta la trasmissione generazionale di cosa significhi consumare vino. Le nuove generazioni non sono state educate a farlo e oggi i giovani, attratti dalla mixology, si allontanano dal vino ma assumono più alcol rispetto alla mia generazione. Paradossalmente, nella delicatissima questione alcol e salute ci va di mezzo il vino e non le altre bevande”. Lo ha detto il presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), Luigi Moio, all’apertura degli “Etna Days” organizzati dal Consorzio Etna Doc.
“A mio avviso anche sul tema vino e salute c’è una grande responsabilità nella comunicazione, troppo spesso confusionaria e contraddittoria” ha aggiunto Moio, spiegando che “non possiamo dire che il vino fa bene perché c’è l’alcol ma ci sono altri argomenti che distinguono il nostro mondo e che accomuna il prodotto con i territori e la loro storia. Serve affermare questi valori identitari per non confondere il vino con le altre bevande alcoliche” ha proseguito, sottolineando che “il vino non è un liquido, è un vettore culturale: bere un calice di Etna è un atto culturale ed è indubbio che la forza della sua denominazione è data dall’identità costruita attorno al Vulcano”.