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Meeting Cl, Vittadini: serve concertazione per i problemi del Paese

video newsMeeting Cl, Vittadini: serve concertazione per i problemi del Paese

“Basta bisticciare, mai più uomini soli al comando”

Rimini, 20 ago. (askanews) – Basta bisticciare. Per trovare soluzioni ai problemi che assillano gli italiani e le risposte giuste alle crisi attuali, bisogna sedersi al tavolo e ascoltare tutti, dalla politica alle imprese, dal mondo culturale ai sindacati. Il richiamo arriva in apertura del Meeting di Comunione e liberazione, dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini. “Io penso che il problema sia la concertazione. Perché credo che queste cose – non solo il salario minimo, ma anche la sicurezza, l’aiuto al lavoro degli immigrati, i lavori umili, la formazione – sia innanzitutto un frutto della concertazione tra sindacati e imprenditori e che il governo è fondamentale per aiutarli a incontrare”. Negli ultimi 25 anni – ha detto il professore di Statistica – la concertazione è stata uccisa dagli ‘uomini soli al comando’ che hanno reso vano l’apporto di idee e proposte da parte dei corpi intermedi.”La logica della sussidiarietà è la logica del fare tutti insieme, ci vuole il popolo, perché senza il popolo non funziona; ci vogliono gli intellettuali e le persone capace di creare risposte; ci vuole il Terzo settore; ci vogliono le imprese; ci vogliono i politici. Si deve lavorare insieme”.Ma servono anche le risorse per realizzare progetti. E di queste il nostro Paese scarseggia. “Dovremmo sapere almeno usare i soldi che ci ha dato l’Europa, perché il vero problema è che anche quando ci sono i soldi e mancano le idee, si buttano via le questioni. D’altra parte, allora il primo tema della politica e di tutto è lo sviluppo. Non si può parlare di assistenza, assistenzialismo o di neoliberismo quando non si ricerca un nuovo modello di sviluppo capace di far accelerare l’Italia”.Da Rimini arriva poi un’iniezione di fiducia. “Io sono ottimista su una cosa: sullo spirito di idealità di molti giovani. Il 12% degli italiani laureati va all’estero, non è un fatto di fuga dei cervelli, è di gente che vuole cercare una risposta. C’è una parte della piccola media impresa che ha decollato, non tutta ma quella è competitiva a livello internazionale. C’è il Terzo settore più forte quasi del mondo. Tutte queste cose sono fondamentali”.

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