lunedì, 2 Dicembre , 2024

Materie prime: 1,2 miliardi per ridurre del 33% la dipendenza estera

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Studio commissionato da Iren. L’11 dicembre inaugurazione impianto per recupero materiali

Rimini, 6 nov. (askanews) – L’Italia può compiere un passo importante verso l’autonomia nelle materie prime critiche, vitali per sostenere le filiere industriali del Paese. Secondo uno studio commissionato da Iren e realizzato da TEHA Group, con un investimento di 1 miliardo e 200 milioni il nostro Paese può ridurre la dipendenza dall’estero, generando al contempo un valore aggiunto di oltre 6 miliardi entro il 2040. Lo spiega il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro: “I materiali critici sono materiali essenziali, come abbiamo dimostrato con lo studio Ambrosetti. Influiscono per quasi un terzo del Pil italiano perché direttamente o indirettamente molti manufatti che noi produciamo – e noi siamo la seconda manifattura d’Europa – dipendono dall’importazione dall’estero di questi materiali”. L’Europa, e in particolare l’Italia, si trovano ad affrontare una grave dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di materie prime critiche, come il litio, il silicio e l’indio, essenziali per settori strategici come l’aerospazio, l’elettromedicale e la difesa. L’Italia può diventare più autonoma e sostenibile anche attraverso valorizzazione dei rifiuti elettronici. Attualmente il 70% di questi non viene gestito correttamente. Se ne è parlato a Ecomondo dove i vertici della multiutility hanno incontrato il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. Iren vuole fare la sua parte inaugurando un impianto all’avanguardia per il recupero di metalli preziosi.”L’11 dicembre daremo un esempio che è quello di fare qualcosa di concreto – ricorda Dal Fabbro -. A parte parlare del tema e analizzarlo, abbiamo costruito e inaugureremo un impianto che effettivamente recupera materiali. Per dare un’idea recupereremo circa 200 kg d’oro all’anno da materiali di scarto. Materiali essenziali per le industrie italiane. E farlo in loco significa evitare i rischi logistici o rischi di per esempio prezzo. Quindi è fondamentale per l’impresa italiana pensare in maniera rigenerativa in maniera circolare. Sono anni che ne parliamo adesso è venuto il momento di farlo”.

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