di Alessio Pisanò
BRUXELLES- La Commissione europea ha aperto un procedimento formale per valutare se Meta, l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram, ha violato la legge sui servizi digitali (Dsa), entrato in vigore il 17 febbraio scorso. Le presunte violazioni di Meta riguardano in particolare le politiche e le pratiche dell’azienda relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici pubblicati sulle sue piattaforme.
Dopo l’avvio formale del procedimento, la Commissione continuerà a raccogliere prove e a indagare sulla condotta dell’azienda servendosi di ulteriori richieste di informazione e svolgendo colloqui o ispezioni. Le aree sulle quali si concentrerà l’indagine coprono diversi ambiti, anzitutto la pubblicità ingannevole e la disinformazione, che possono rappresentare un rischio anche per i processi elettorali.
Tra gli aspetti finiti nel mirino di Bruxelles anche la visibilità dei contenuti politici sulle piattaforme come Facebook e Instagram, che viene limitata da Meta. La Commissione indagherà inoltre sull’assenza di un efficace strumento di dibattito civico e di monitoraggio elettorale in tempo reale da parte di terzi in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo e di altre elezioni in vari Stati membri. Meta, osserva Bruxelles, ha dismesso ‘CrowdTangle’, uno strumento di approfondimento pubblico che consentiva il monitoraggio delle elezioni in tempo reale da parte di ricercatori, giornalisti e società civile, senza tuttavia rimpiazzarlo. Le linee guida della Commissione sul Dsa prevedono che l’accesso a tali strumenti sia ampliato. Sotto esame anche il meccanismo con cui le due piattaforme segnalano i contenuti illegali.
Dietro l’azione della Commissione c’è anche il sospetto che Meta non abbia istituito un sistema interno efficace di gestione dei reclami per esprimersi contro le decisioni di moderazione dei contenuti adottate dall’azienda.
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