venerdì, 13 Dicembre , 2024

Harley&Dikkinson, nuovi sviluppi per i crediti di carbonio

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Tavola rotonda e confronto al Politecnico di Milano

Milano, 27 nov. (askanews) – Una metodologia innovativa per la valorizzazione dei crediti di carbonio, basata sul calcolo e la verifica delle emissioni di CO2 evitate in atmosfera grazie agli interventi di riqualificazione immobiliare. Questo l’ambizioso progetto annunciato da Harley&Dikkinson, società leader nel settore, favorito anche da un contratto di ricerca stipulato con il Politecnico di Milano.Proprio in una tavola rotonda ospitata dall’istituzione accademica di alto livello, presentati il nuovo approccio, le sue applicazioni e i vantaggi economici derivanti. Fra questi, l’obiettivo di quantificare e rendere finanziariamente attrattivi i crediti di carbonio risparmiati con l’efficientamento edilizio, come spiega Massimo Nissoli, Founder e Ceo di Harley&Dikkinson ESG: “L’innovazione di questa metodologia sta nel fatto che si basa su normative internazionali e si ispira anche sulla metodologia utilizzata per i certificati bianchi: si misura realmente il risparmio ottenuto dall’efficientamento energetico. Questa misurabilità è un elemento fondante e permette di misurare in modo preciso le emissioni evitate e il CO2 non immesso nell’ambiente. Il vantaggio può essere condiviso e ridistribuito in tutta la filiera: nel progetto Agorà di riqualificazione di un immobile, noi prevediamo la possibilità, da parte dei condomini, di restituire la rata di un finanziamento grazie alla vendita del credito di carbonio generato dal progetto stesso. Questo genera un flusso di cassa positivo per l’inquilino e l’aspetto economico si affianca a quello sociale”.Dopo i saluti introduttivi di Alessandro Ponti, presidente di Harley&Dikkinson, spazio agli interventi dell’associate professor del Politecnico di Milano, Claudio Del Pero, di Laura Severino di Rina e di Alberto Davoli del fondo immobiliare P&G. Ad aprire i lavori, è stato Niccolò Aste, professore al Politecnico di Milano: “Diventa importante che questo emission trading, commercio delle emissioni evitate, abbia delle basi solide e non si affidi ad operazioni di facciata, come quelle di cui sentiamo parlare ogni giorno. Le emissioni evitate ci sono, sono quantificabili, e il fatto che possano essere commerciate significa che rappresentano una risorsa nelle operazioni di efficientamento e decarbonizzazione. Però la filiera dietro a questo commercio deve essere solida: le emissioni evitate devono essere tracciabili e facilmente riconoscibili, inconfutabili”.Fra le prospettive, anche quella legata ad un mercato globale dei crediti di carbonio supervisionato dall’ONU, come decretato dalla COP29 dei giorni scorsi. Sull’onda lunga di queste novità, anche Harley&Dikkinson si farà trovare pronta.

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