ROMA – Il “viaggio a sorpresa” di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago da Donald Trump e il confronto con altre detenzioni di giornalisti in Iran, ben più lunghe: elementi in primo piano nei primi resoconti dell’Associated Press e di altre testate americane dedicati al rilascio di Cecilia Sala. A citare la visita della presidente del Consiglio in Florida, nel fine-settimana, durata poche ore, è anzitutto l’Ap, agenzia di stampa nazionale. Nel suo articolo la testata ricostruisce la vicenda della reporter italiana arrestata a Teheran il 19 dicembre e rilasciata oggi, dunque dopo meno di un mese. Citato Muhammad Abedini Najafbadi, l’ingegnere svizzero-iraniano fermato sempre il mese scorso a Malpensa su mandato americano e a rischio estradizione. “Le loro sorti si sono trasformate in un intrigo diplomatico”, sottolinea Ap, “con i ministeri degli esteri di ciascun Paese che convocavano l’ambasciatore dell’altro per chiedere il rilascio dei prigionieri e condizioni di detenzioni dignitose”.
C’è poi il ricordo di altri casi di reporter incarcerati a Teheran. Due gli americani: Roxana Saberi, che nel 2009 era stata prigioniera per cento giorni prima di essere liberata; Jason Rezaian, cronista del Washington Post, in carcere per un anno e mezzo e rilasciato solo grazie a uno scambio di detenuti. In entrambi i casi i cronisti era stati accusati a Teheran di essere spie. Non manca nell’articolo di Ap il riferimento alla cattura degli ostaggi nell’ambasciata statunitense a Teheran nel 1979, vicenda differente, ma che ha segnato la memoria americana e che riguarda sempre detenzioni. Secondo l’Associated Press, “da quella crisi, che vide poi la liberazione di decine di ostaggi dopo 444 giorni di prigionia, l’Iran ha utilizzato i prigionieri con legami con l’Occidente come moneta di scambio nei negoziati con il mondo”.A dedicare servizi a Sala è anche l’emittente Cnn. In primo piano le comunicazioni di Palazzo Chigi e in coda la definizione dell’Iran come “uno dei regimi più repressivi al mondo sulla libertà di stampa”, soprattutto dopo le proteste che hanno attraversato il Paese nel 2022. Secondo la Cnn, “solo quattro Paesi, Corea del nord, Afghanistan, Siria ed Eritrea sono peggiori, secondo le stime diffuse ogni anno dall’organizzazione non profit Reporters sans frontieres”.
Secondo The Guardian, quotidiano inglese, la chiave di lettura dei fatti di Teheran va tuttavia cercata altrove. Non sarebbe centrale il nodo della libertà di stampa quanto piuttosto l'”intrecciarsi” della vicenda di Sala con quella dell’ingegnere Abedini. Il punto ritorna sull’emittente Voice of America, anche in un servizio in persiano: “Basandosi sulle dichiarazioni di un portavoce del dipartimento di Stato americano” si sottolinea nel servizio, “alcuni media avevano riportato che l’arresto della giornalista italiana da parte della Repubblica islamica era avvenuto come ritorsione per la detenzione in Italia di Mohammad Abedini Najafabadi”. Lui, lo svizzero-iraniano, resta per ora nel carcere milanese di Opera.
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